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L'opera di Romolotti mette in risalto le responsabilità delle classi dirigenti italiana ed europee nella costruzione delle catastrofi belliche del Novecento, a partire dai massacri della Grande Guerra. Politici, intellettuali, nazionalisti, chiese e partiti, anche del movimento operaio, ebbero tutti la loro dose di responsabilità nel conflitto che i militari gestirono nel peggiore dei modi, combattendo una guerra tecnologicamente avanzata con la mentalità sorpassata delle guerre napoleoniche.